E’ iniziata la quinta edizione di Milano Design Film Festival si terrà fino a domenica 22 ottobre. La sede di tutti gli appuntamenti è il nuovo Anteo Palazzo del Cinema. Le proiezioni, tra cui figurano numerose première italiane ed europee, sono affiancate da dibattiti e lecture con noti professionisti e saranno rivolti non solo agli specialisti, ma a un pubblico eterogeneo.

Per aiutare lo spettatore a scegliere i film con più facilità, il cartellone è stato organizzato in cinque sezioni che riportano in ciascun sottotitolo un’accezione di “tempo” in riferimento al tema generale Portraits of our time/Ritratti del nostro tempo. Ecco le sezioni: Architecture.The sense of a building e Design. Past & Future raggruppa pellicole focalizzate sulle specifiche discipline e aree progettuali; Biography. Lifetime presenta i ritratti di personalità contemporanee e del passato approfondendo anche il genius loci di alcuni Paesi (Olanda e Israele) che quest’anno condividono il percorso del Festival.

Italian Panorama in past and present mette l’accento sulle realtà storiche e contemporanee del nostro Paese, mentre Urban life. Everyday contemporary unisce i documentari che affrontano la vita nelle città, metropoli o borghi che siano. Infine Art of thinking. Examining time: qui i titoli raccolti hanno carattere più filosofico, toccano aspetti universali e vogliono farci riflettere su comportamenti, desideri, modelli.

MDFF ha presentato l’anteprima italiana di The Happy Film (regia di Ben Nabors e Hillman Curtis), focalizzato sul grafico austriaco Stefan Sagmeister alla ricerca di come il design può far felice la gente. Vive a New York e ha successo nel suo lavoro progettando le copertine degli album dei Rolling Stones, di Jay-Z e dei Talking Heads. Ma sente che ci deve essere qualcosa di più. Decide di trasformarsi in un progetto. E ri-progettare la sua personalità per diventare più felice. Ci riuscirà? È possibile allenare la mente per essere più felici? Porta avanti tre esperimenti controllati: meditazione, terapia e farmaci. Ma la vita reale si insinua e confonde il processo. Le esperienze dolorosamente personali segnano un viaggio che gli consente di avvicinarsi a se stesso più che mai.

Il film Big Time del regista Astrup Schröder è dedicato agli ultimi cinque anni di Bjarke Ingels, architetto danese definito dalla rivista Time una delle 100 persone più influenti del mondo che qui mostra anche l’aspetto fragile della sua personalità esuberante.

MDFF dedica poi un omaggio a Heinz Emigholz, celebrato regista di documentari. In collaborazione con il Goethe-Institut Mailand il regista tedesco racconterà al pubblico cosa significa Filmare l’architettura – titolo del workshop dell’Accademia di Architettura di Mendrisio che quest’anno ha avuto la sua guida.

Tra le proiezioni speciali in anteprima assoluta è da segnalare Gillo Dorfles. In un bicchier d’acqua, (Francesco Clerici, Italia 2017, 11′) cortometraggio di 11 minuti co-prodotto dal regista, Milano Design Film Festival e MIR Cinematografica. Girato nell’appartamento milanese di Gillo Dorfles ci rende partecipi del dialogo fra il regista e il critico d’arte e design, tanto essenziale quanto poetico, svelandoci il valore della memoria e dei sentimenti legati agli oggetti. Questo cameo, voluto da Aldo Colonetti, è una testimonianza di sicuro molto preziosa. Si tratta inoltre della prima produzione a firma MDFF.

Da segnalare la presenza di Elisa Fuksas, che sarà al festival per presentare in anteprima assoluta un teaser di 10 minuti del documentario di cui è regista dal titolo Love will save the world (Elisa Fuksas, Italia 2017, 10′ – teaser). Il centro del racconto non è solo il nuovo Centro Congressi Italia a Roma – narrato dalla posa della prima pietra alla sua inaugurazione come materiale di repertorio, come storia – ma una riflessione sul nostro tempo, sul futuro e in particolare sul concetto di accoglienza che mai come in questo momento richiede attenzione.

Amplia la visione internazionale la presenza di storie olandesi esemplari grazie al supporto del Consolato Generale dei Paesi Bassi a Milano: il film Piet Hein Eek (Niek Koppen, Paesi Bassi 2016, 55′), e la versione completa del film Five seasons. The gardens of Piet Oudolf, (Tom Piper, USA 2017, 76′). Entrambi i film saranno proiettati alla presenza dei protagonisti. Piet Oudolf, il designer paesaggista noto per la sua pratica di riciclo creativo che, partito dalla campagna olandese, è arrivato a firmare l’High Line di New York, si occupa ora, insieme a Petra Blaisse, del progetto del parco La Biblioteca degli Alberi, a Milano, voluto dalla Fondazione Riccardo Catella. A presentare il progetto ci sarà anche Kelly Russel Direttrice Generale della Fondazione.

Machine of Human Dreams (Roy Cohen, UK 2015, 75’52”) racconta la storia di Ben Goertzel, guru dell’intelligenza artificiale alle prese con diverse domande etiche. Quale potrebbe essere il potenziale negativo della superintelligenza artificiale? Una volta che l’IA supererà quella umana, otterremo dei vantaggi o ci farà fuori perché ci considererà una specie stupida e pericolosa per la Terra? Il film sarà presentato da Michele Lupi, direttore di Icon Design.

Konstantin Grcic – Design is work (Gereon Wetzel, Germania 2017, 53′) segue il lavoro del progettista tedesco e spiega che il design è pensiero, materia, compromesso, ricerca, sperimentazione. E soprattutto lavoro. Il Treno di Sottsass (Valeria Parisi, Italia 2017, 50′) prodotto da Sky Arte e 3D Produzioni, è un documentario che racconta i tanti talenti di Ettore Sottsass. Non solo architetto e designer. Da scoprire attraverso le interviste d’archivio, la lettura di testi, le opinioni di chi gli è stato vicino.

Zaha Hadid. An architect. A masterpiece (Carine Roy, Francia, 2015, 52′) racconta la carriera della nota star dell’architettura mondiale contemporanea che, con le sue linee morbide e sinuose, ha rappresentato un precedente in quanto donna architetta e che, tra le altre cose, ha lasciato la sua firma anche a Milano.In programma anche il film curato da Nanda Vigo Lucio Fontana. Un Uomo nel Mondo (Marco Poma, Italia 2002, 62′). La proiezione prevede una collaborazione con Hangar Bicocca, che ospita la mostra dedicata all’artista argentino Ambienti/Environments. Il pubblico avrà ingressi agevolati per poter assistere a entrambe le iniziative.

E ancora in anteprima italiana The storyteller. After Walter Benjamin (Nathaniel Knop, Russia 2016, 62′). Il film è ispirato all’opera del 1936 del filosofo tedesco “Il narratore. Considerazioni sull’opera di Nikolaj Leskov”. Raccoglie testimonianze di personaggi diversi (gli architetti Peter Eisemann e Nikolaus Hirsch, gli artisti Ozge Acikkol & Secil Yersel, Simon Starling, Nikolay Polisski, il mistico Lalu Baba, l’attivista Ali Shamsher, il cacciatore di trichechi Boris Gigiroskyn), sulle forme contemporanee della narrazione e sulle possibilità della loro comprensione.

In anteprima mondiale sarà presentato il film La Chiesa di vetro (Giuseppe Baresi, Italia 2017, 45’30” ), titolo che riprende il nome di uso comune attribuito nel tempo alla parrocchia di Nostra Signora della Misericordia a Baranzate, a Nord di Milano. Quest’architettura singolare è uno dei casi più rilevanti delle nuove chiese volute dal Cardinal Montini tra 1955 e 1963, per animare i grandi agglomerati delle periferie che in quegli anni sorsero ai margini della città. Questo documentario partito come un reportage del restauro, seguendo lo sviluppo e la complessità dei lavori, è diventato un vero e proprio “saggio-audiovisivo”.

Lasvit presenterà in anteprima mondiale il cortometraggio Breakpoint, del regista Kryštof Jankovec. Il film racconta la storia personale, aziendale e di produzione dell’universo vetro attraverso gli occhi di Leon Jakimič, fondatore e presidente di Lasvit, che, da bambino, era determinato a diventare il numero uno del tennis mondiale. Un imprevisto ha cambiato il corso della sua vita e la storia della manifattura del vetro e del cristallo. Oltre a quella del suo fondatore, Breakpoint ripercorre la storia di Lasvit, dell’arte vetraia e del design ceco.

La guest curation 2017 è affidata a Patricia Urquiola e ad Alberto Zontone dello studio di architettura Urquiola. Attraverso il loro sguardo e i titoli scelti ritroviamo il loro segno internazionale, scoprendo quanto il cinema sia per loro una potente fonte d’ispirazione e una particolare attenzione alle più diverse forme di evoluzione dell’uomo e dei suoi bisogni.

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ultimo aggiornamento: 21-10-2017