Timothy Corrigan ha una fama che lo precede. Architectural Digest lo ha inserito per gli ultimi nove anni nella top ten degli architetti più quotati al mondo, mentre The Robb Report lo considera uno dei 40 migliori interior designer del pianeta. E proprio al mondo dell’interior design Corrigan appartiene, perciò ci fa piacere riportarvi i tratti salienti dell’intervista che ha rilasciato al magazine Eat Lover Savor (a piè di pagina il link all’articolo completo) in cui parla del suo lavoro.

La passione di Timothy nasce, come spesso accade in questi casi, da bambino. Il piccolo Tim, anche se non era una cima in algebra, già nutriva un grande desiderio di giocare con gli spazi, con le metrature e con gli arredi. E questa tendenza si è rafforzata crescendo e rendendo Corrigan uno dei più apprezzati professionisti nel suo campo.

A proposito dell’importanza degli spazi interni dice:

Mi piacerebbe che la gente iniziasse a comprendere la correlazione diretta tra come ti senti in una stanza e il modo in cui vivi nel mondo esterno. Gli ambienti di casa giocano un ruolo enorme nel nostro benessere generale. […] Per questo ci sono un sacco di cose che bisogna considerare quando ci si lavora sopra: l’importanza degli spazi di movimento, la sagoma, le dimensioni e le forme dei mobili, una buona illuminazione e i colori, che evocano l’atmosfera che si vuole creare.

Corrigan si scaglia anche contro le cosiddette dimore-museo, ossia quelle dove è concesso guardare ma senza toccare. Secondo il designer una casa ha la necessità di essere vissuta e di essere goduta. Ecco perché tutti i tasselli del puzzle che la compongono devono essere messi al posto giusto, per far si che chi ci abita abbia voglia e piacere di passarci del tempo.

E alla domanda su come immagina la casa del futuro Corrigan risponde:

L’interior design è come un pendolo, passa in modo repentino da un eccesso all’altro. Così, se negli ultimi dieci anni abbiamo visto una predominanza dello stile minimal, adesso dobbiamo aspettarci qualcosa di più caldo, organico e stratificato. La gente si è stancata del bianco e del grigio, perciò la casa del futuro sarà ricca di colore e di sfumature.

E in effetti questa esternazione proprio non ci stupisce, visto che il buon Timothy ha sempre lasciato intendere una certa predilezione per gli stili di arredamento classici e ricchi, tanto da creare una linea di complementi che porta il suo nome e che rispecchia questo mood. Ad ogni modo un po’ la cosa ci fa piacere, perché se pur bellissima la mobilia di tipo “zen”, bisogna ammettere che talvolta è anche un po’ anonima.

Senza contare che dopo qualche lustro di moduli sospesi dallo scarso potere contenitivo, è tornata prepotente l’esigenza di rinunciare un po’ all’essenzialità per fare spazio alla praticità. Speriamo quindi che il guru abbia ragione e ci si aggiorni in fretta.

Via | Eat Lover Savor

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ultimo aggiornamento: 15-06-2014