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Un ritorno alle origini del design: questa la filosofia di Qeeboo, un marchio fatto di oggetti d’uso quotidiano dichiaratamente non borghesi e alla portata di tutti che, una volta creati, vengono affidati alla nostra interpretazione perché acquisiscano una nuova vita. Qeeboo riprende e rilegge in chiave fantastica le icone del nostro immaginario, anche letterario, e le riveste di un’inattesa originale patina fatta di emozione e fantasia, presentando una collezione di oggetti belli, ironici e sorprendenti. Una famiglia di prodotti, nati dalla collaborazione con i nomi più eclettici del design internazionale: da Andrea Branzi a Front, da Richard Hutten a Studio Job, da Marcel Wanders a Nika Zupanc. Inediti nel panorama del design nazionale e internazionale, non si tratta di una semplice vetrina, ma un luogo d’incanto che solo un designer come Stefano Giovannoni avrebbe potuto ideare e realizzare.

Sotto l’attenta regia di Giovannoni, infatti, convivono stili e caratteri diversi, accomunati da un approccio ludico-narrativo e da un’attenta ricerca figurativa. I designers di fama internazionale hanno ideato nuovi oggetti iconici di grande carica emozionale, dal forte impatto visivo, narrati attraverso un elemento comune: la plastica. Che si sono misurati con un materiale per loro inusuale e atipico da utilizzare, studiandone attentamente le caratteristiche e sfruttandone tutte le sue potenzialità per dare forma a originali sedie, tavoli, lampade, vasi e accessori. Un mix magico di tecnologie e tecniche industriali, assieme a estetica e invenzione, dunque, che ci regala oggetti non soltanto poetici, ma divertenti e ibridi come Rabbit e Mexico, utilizzabili in modo personale rispettivamente come seduta/lampada e vaso/sgabello/lampada. Creazioni che lasciano a tutti la libertà di interpretazione e utilizzo.

“Killer” porta ombrelli e contenitore by Studio Job
Questa è una storia di fantasia ideata da Job a proposito di uno squalo, Mr. Holder, che da qualche parte in qualche mare, pur amando nuotare non poteva farlo. Veniva così deriso da tutti gli altri squali che lo definivano una noiosa signorina. Poverino! Pensarono un giorno i due famosi designer e con il loro magico potere di reinterpretare i più semplici oggetti del quotidiano, lo trasformarono in un insolito portaombrelli salvandolo dal suo triste destino.

“Mexico” tavolino, vaso e lampada by Studio Job
Saper sdrammatizzare anche ciò che ci fa paura, la morte, che cancella le sembianze del volto e lo trasforma in altro. Job racconta di essersi ispirato ad una figura leggendaria che viveva avvolta nel mistero, non distante dalla casa degli stessi designer: era chiamata “la cantante senza nome”. Nessuno l’aveva mai vista uscire dalla sua casa, dove pesanti tende in velluto la celavano agli sguardi dei curiosi. La cantante misteriosa, fu l’autrice di un grandissimo successo musicale, intitolato appunto Mexico.

“Flash” lampada by Studio Job
L’immateriale diventa materiale. La plastica cattura il cono di luce emesso da una torcia che diventa esso stesso un oggetto con una sua struttura tridimensionale: niente inganni ottici, è la realtà filtrata dalla creatività dei designer.

“Kong” lampada by Stefano Giovannoni
Dagli esordi cinematografici del 1933 di tempo ne è passato: (King) Kong, la belva feroce si è trasformata in eroe buono quando hanno cominciato a riaffiorare i sentimenti, e, abbandonata contro voglia la giungla, la città ormai sembra essere diventata un’abitudine, New York o qualsiasi altra. Il Kong di Giovannoni è, a sorpresa, tecnologico e quasi umano, fa luce davanti a se proprio come se fosse saltata la corrente. La sua fisicità è fuori scala per essere un giocattolo, fuori scala per essere una lampada, ma è fuori scala anche per essere un gorilla. Kong diventa un oggetto unico e straordinario lasciato libero alle infinite ambientazioni e ambienti. Soprattutto non fa più paura grazie allo sguardo immaginifico del designer che lo ha creato.

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ultimo aggiornamento: 18-05-2017