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Sono oltre 50 i pezzi della produzione vetraria di Gaetano Pesce che verranno esposti insieme a una selezione di foto alla mostra Cinque Tecniche per il Vetro a cura di Gabriella Belli, Françoise Guichon e Chiara Squarcina. L’esposizione al Museo del Vetro di Murano, durante la Biennale d’Arte di Venezia 2017, rappresenta una prima assoluta, interamente dedicata alla maggior parte delle opere in vetro del noto architetto, scultore e designer italiano.

Nel corso della sua lunga carriera Gaetano Pesce ha sperimentato con risultati straordinari le molteplici possibilità di lavorazione di ogni materiale, con particolare passione anche per la fabbricazione del vetro. La mostra ripercorre, tramite un innovativo allestimento ideato dallo stesso artista, le varie tappe della sperimentazione di Pesce con il vetro che lo ha portato a inventare perfino una propria tecnica. Tutti gli oggetti sono stati disegnati e realizzati tra il 1988 e il 1992, periodo della collaborazione di Gaetano Pesce con il CIRVA, centro di sperimentazione del vetro di Marsiglia.

In quei quattro anni Gaetano Pesce ha lavorato al CIRVA una settimana ogni due mesi mettendo a punto le sue «cinque tecniche per il vetro» chiamate Pastis, Joliette,Vieux Port, Pâte de Verre, Plage, in cui viene rielaborata la tradizione in chiave contemporanea. Come spiega la curatrice Guichon “tutte infatti fanno uso di vetri elaborati precedentemente dall’industria e la loro denominazione ne sottolinea la natura d’origine: polvere di vetro per Plage, perle di vetro colorato per Joliette, frammenti di vetro piatto colorato, spesso appuntiti e messi gli uni accanto agli altri come «barchette» per Vieux-Port, bottiglie per Pastis”.

L’esposizione, per lo spirito indagatore e la volontà narrativa, volta a testimoniare un’importante fase creativa dell’architetto e designer, si focalizza in modo esaustivo su queste tecniche e sul loro linguaggio espressivo, mostrando come, nel plasmare il vetro, Pesce sappia coniugare al meglio, con risultati inaspettati e giocosi, la sua eccezionale sensibilità formale con l’intemperanza” di un materiale straordinario.

“Ho pensato che non fosse necessario, con questo lavoro con il vetro, apportare letture che si situassero ad altri livelli rispetto a quello dell’innovazione tecnica. – commenta Gaetano Pesce – Perché? Perché fare ciò significa già affermare un grande contenuto: bisogna ricercare, bisogna guardare avanti… Oggi abbiamo bisogno di investire nel progresso, cosa che abbiamo dimenticato. Il progresso non è qualcosa di astratto e inutile. È qualcosa di un’utilità immensa. Ci sono dei creatori che non credono nell’idea del progresso ma lo si vede nel loro lavoro: è morto”.

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ultimo aggiornamento: 12-05-2017