Il Mies van der Rohe European Union Prize, è uno dei premi europei più importanti dedicati all’architettura moderna e per l’edizione 2015 sono stati ben 420 i progetti valutati dalla commissione per scegliere quello vincente.

Superata una prima fase, che ha visto una scrematura a 40 finalisti, si attende la fine di febbraio per conoscere i 5 nomi che concorreranno per l’ambito premio, consegnato durante la cerimonia di maggio. Nell’attesa di sapere chi salirà sul gradino più alto del podio, vale la pena dire che l’Italia concorre con tre progetti, inseriti nella shortlist dei magnifici quaranta.

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Il primo è un po’ un orgoglio nazionale, in quanto è la porta di Expo Gate a Milano, disegnata dall’architetto Alessandro Scandurra. L’opera, posizionata su Piazza Castello, è diventato un simbolo tangibile dell’imminente Esposizione Universale meneghina e ha già accolto i cittadini per iniziative dedicate al mondo di Expo 2015.

Nel corso degli ultimi mesi infatti, questa maxi opera piramidale in plexiglass, che è stata immaginata in questo modo per dare un’idea di leggerezza e modernità, è diventata location per presentazioni ed eventi legati ad Expo, accogliendo i milanesi e i turisti provenienti da ogni parte del mondo.

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Il secondo progetto è invece dello Studio Associato Bernardo Secchi – Paola Viganò, che concorre con Hostel Wadi, un alloggio eco-sostenibile immerso nelle foreste di Kasterlee, nel Belgio settentrionale, con 300 ettari di verde intorno. L’ostello sorge in una ex area militare ed è di fatto un complesso dalla forma circolare in grado di mimetizzarsi nell’ambiente circostante.

La struttura esterna è infatti in legno lamellare chiaro che rimanda ai colori della pineta e le 20 stanze sono disposte ad anello, lasciando un piazzale verde con alberi e prato al centro. Sul tetto sorge poi ulteriore vegetazione, che rende quasi invisibile dall’alto l’intera struttura. In fondo la scelta del team di architetti era proprio questa: studiare un progetto che si amalgamasse col territorio e ricordasse le origini del luogo.

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L’ultimo progetto (in verità non per ordine di tempo, visto che è stato consegnato già nel 2008) è quello dello Studio Archea Associati che porta nome Cantina Antinori. Il sito è circondato dalle colline del Chianti a metà strada tra Firenze e Siena, coperte di vigneti e ancora una volta la scelta dei designer è stata di rendere la struttura architettonica integrata con l’ambiente circostante.

La cantina, divisa su più livelli, è stata così disegnata con forme sinuose, in grado di rimandare al paesaggio collinare. La facciata del complesso Antinori si estende poi orizzontalmente lungo il pendio naturale seguendo il ritmo dei filari di viti che, insieme con la terra, costituiscono una sorta di copertura del tetto. Il cuore della struttura è ovviamente lo spazio di conservazione dei vini, accolti in un ambiente con volte di terracotta che celano le botti come in uno scrigno.

Questi tre progetti, come detto, sono fra i 40 scelti dalla commissione del premio Mies van der Rohe 2015, il cui vincitore verrà annunciato a Barcellona (dove fino al 19 marzo sarà anche possibile vedere le opere di tutti i 420 partecipanti, presso la Scuola di Architettura) l’8 maggio prossimo, dopo una interessante due giorni per conoscere meglio i 5 protagonisti della finalissima.

Incrociamo le dita per i nostri italiani.

Copertina | Facebook – Fundaciò Mies van der Rohe
Gallery | da Studio Secchi-Viganò; Studio Archea

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ultimo aggiornamento: 19-02-2015