Dopo avervi raccontato Selecta, torniamo a parlare delle proposte di Lema per l’arredo della casa con tavoli e sedute. Nove le soluzioni complessive per le sedute, ben quattordici quelle offerte dalla gamma dei tavoli: l’obiettivo finale è rispondere a ogni esigenza di spazio, arredamento, gusto e funzionalità.

Il design delle sedute di Lema può essere riassunto sottolineando l’eleganza, il rigore delle forme e l’approccio minimale che accomuna tutte le proposte, senza mai perdere di vista il comfort. A partire dalle linee curve per la splendida sedia Bai Lu dello studio di architettura cinese Neri & Hu, che richiamano quelle delle classiche sedute orientali. Una struttura a sezione tonda sorregge un piano curvato che crea con un’unica linea morbida seduta e schienale. Appropriata al design anche la storia del nome che significa “rugiada bianca” e identifica la seconda settimana di settembre nel calendario cinese, periodo in cui il prodotto è stato disegnato.

Popsi disegnata da Ferruccio Laviani è una lounge chair che soddisfa l’esigenza di una seduta più ricercata, sia per la complessità del disegno che per l’uso dei materiali. La sua base è costituita da un intreccio arioso di tondini, una leggera ragnatela metallica dal disegno complesso. Il guscio dell’ampia seduta a pozzetto rivestita in cuoio e rifinita con cuciture estetiche sottolinea le curve sinuose del petalo, in un inno alla comodità. Forme accoglienti anche per Lucy di Roberto Lazzeroni, amplificate dalla confortevole imbottitura e dal rivestimento in pelle con cuciture ribattute. I colori e i materiali delle due varianti disponibili della seduta sono sottolineati dalla struttura in legno massello.

Il segno rigoroso di Hati è quello di Piero Lissoni, firma prestigiosa e sodalizio consolidato di Lema, che dà vita a una seduta lineare ma calda, grazie alle numerose varianti in catalogo. Le forme del modello (disponibile in legno, pelle e tessuto) ricordano certe sedute del passato, rielaborate per mettere in luce strutture e valorizzarne le proporzioni. Stessi rimandi per Werner, a cui il design di Roberto Lazzeroni restituisce l’aria sognante degli arredi anni ’50 e in cui una struttura in metallo nero, sottile e allo stesso tempo solida, si abbina per contrasto con le ampie forme di seduta e schienale riccamente imbottite e rivestite in tessuto o in pelle.

Trait d’union tra suggestioni passate e presenti, Tabby di Gordon Guillaumier è una seduta classica e allo stesso tempo moderna: si apre come una corolla per ospitare il relax grazie alla sua imbottitura discreta con il rivestimento in tessuto che la rende perfetta per i più diversi ambienti. Lo stesso rigore nell’approccio che Lema infonde alle sedute, viene declinato anche nei tavoli delle collezioni. Antonio di Alberto Basaglia e Natalia Rota Nodari nasce con una struttura semplice e rigorosa in metallo: linee pulite e nette che si stagliano nell’ambiente fino al top in vetro laccato di diversi colori, che danno la possibilità di scegliere composizioni diverse a seconda dello spirito della casa e di chi la vive.

Lo stesso contrasto anima anche il tavolo Bamboo di Giopato & Coombes, che combina in chiave industriale un piano in vetro extra chiaro e lo appoggia delicatamente su un’orditura di tubolari metallici.
Un altro lavoro decisamnete accurato sui materiali, ideato nel tipico spirito di Lema, è quello svolto dai designer Ludovica e Roberto Palomba su Dueci, tavolo importante e rigoroso in legno o laccato, ma disponibile anche in marmo, per un dining di forte impatto.

   
O ancora quello di Victor, lo scrittoio che Roberto Lazzeroni interpreta nella sua accezione più classica: una struttura in legno massello in armonioso contrasto con il piano, laccato nei colori Lemacolortrend, che nasconde utili e funzionali cassetti. La controparte femminile è Victoria: un’elegante consolle reinterpretata in chiave contemporanea. Struttura in legno con un piano laccato semplice e lineare nei colori Lemacolortrend o nella versione marmo.
  
Novelist di Christophe Pillet è invece l’attualizzazione della componente contemporanea dello scrittoio: la sua essenza risiede nel nome, che evoca la creatività del passato, mentre i materiali e l’estetica ne attualizzano l’uso, affermandone l’identità di arredo elegante e protagonista dello spazio. Il basamento è costituito da due gambe incrociate in metallo cromato lucido, che sorreggono il piano in prezioso noce Canaletto. A sottolineare il sapore retrò dell’arredo il sottomano in cuoio color caffè. Superficie rotonda e un uso ottimale del legno massello, in Wow di Toan Nguyen: il piano lineare è sorretto da una vera e propria scultura, un nastro continuo sempre in legno, una forma curva e sinuosa che rende la zona pranzo meno convenzionale.


Altrettanto anticonvenzionale la soluzione di Francesco Rota per la base del tavolo 3-Pod che si ispira al classico tripode: un segno continuo in metallo che sorregge un piano in vetro (rettangolare/tondo) oppure laccato opaco (rettangolare/a goccia). Volumi leggeri e sottili per gli ambienti più minimal, il piano ampio e sottilissimo di Break progettato da Studio Kairos è in contrasto sobrio con il legno massello e la sua matericità. Non passa inosservato il dettaglio della gamba arrotondata che segue la linea del top in modo naturale ed elegante. Altezza, larghezza e profondità possono essere variate a seconda delle esigenze del cliente, in sintonia con la filosofia “al centimetro” di Lema.

Complementare e in linea con la stessa filosofia minimal, il design rigoroso ed elegante di Filo, composto da sottili gambe in lamiera saldati a una cornice dello stesso materiale. All’interno di questa cornice, David Lòpez Quincoces sistema un top in lamiera, in vetro laccato o in marmo completa la linea di questo pezzo scultoreo.

Iniziativa realizzata in
collaborazione con Lema

Materiali importanti e forme rigorose per i tavoli e le sedie di Lema

3Pod
antonio
Bai Lu
Bamboo
Break
Dueci
Popsi
Filo
Hati
Lucy
Novelist
Tabby
Victor
Victoria
Werner
Wow

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ultimo aggiornamento: 10-07-2013