Jean-François Rauzier dice di aver aspettato per anni le tecnologia necessaria per poter modificare i propri scatti, e con il digitale questo momento è arrivato. Non solo un grande lavoro di fotografia sul campo quindi, ma moltissima post produzione come infatti non potrà sfuggire. La raccolta di materiale colto da ogni angolazione è indispensabile, non meno di un abbondante uso di livelli su Photoshop.


Jean-François Rauzier e le foto utopiche

Gran viaggiatore ed esploratore, probabilmente Jean-François Rauzier non ha mai trovato una città che lo soddisfacesse appieno, per questo ha deciso di ricrearle, pur sempre partendo da elementi esistenti. Una procedura simile al Marco Polo del Calvino delle città invisibili, che ora di ritocco in fotomontaggio prendono vita. D’altronde non è questa l’utopia?

L’effetto sortito è molto surreale e onirico; in special modo l’intrico di architetture ci può ricordare gli stessi giochi matematici e costruttivi di Escher; ma anche i cieli sereni di Magritte con qualche elemento che proprio non convince. In conclusione la ripetitività quasi ossessiva, fino alla saturazione dello spazio, tipica di una certa arte orientale, può arrivare a togliere il fiato per soffocamento, ma non meno lasciare ammaliati dalla vastità.

Via | Feeldesain

Jean-François Rauzier e le foto utopiche


Jean-François Rauzier e le foto utopiche
Jean-François Rauzier e le foto utopiche

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ultimo aggiornamento: 22-03-2013