A breve la Lavazza, noto marchio italiano di caffè, potrebbe iniziare a far circolare soprattutto nei bar, la tazzina di caffè commestibile, perché realizzata con la comune cialda e lo zucchero, quindi un design presumibilmente sostenibile. L’idea viene dal lontano 2003, quando al Food Design venne vinto il Premio Lavazza da Enrique Luis Sardi, aggiudicandosi appunto la possibilità di vedere la propria creazione sul mercato.

L’idea è molto interessante, ma parzialmente innovativa. Il fatto che non lo sia del tutto non è un male assoluto, perché da una parte significa finalmente mettere in atto materiali già esistenti e ampiamente utilizzati, e dall’altra riconoscere o ricordare che un’idea simile fosse già presente sul mercato da un po’ di tempo, magari non commercializzata da un marchio così noto, ma pur sempre disponibile in confezioni da 10 pezzi presso alcuni supermercati.

Al di là di chi sia il primo ideatore, quel che maggiormente interessa è l’idea in sé. Una cialda a forma di tazzina, ricoperta internamente da zucchero raffinato, così da edulcorare l’amara bevanda, ma soprattutto per rendere impermeabile il biscotto, capace di resistere ben 60 minuti prima di iniziare a sciogliersi.

Per tale ragione è importante sottolineare che la caratteristica della biodegradabilità, oltre all’economia di lavaggi delle comuni tazzine, sono vantaggi portati avanti tra le virtù di questa innovazione, ma i più attenti non mancano di sottolineare quelli che possono sembrare cavilli, ma che su larga scala potrebbero costituire un danno ecologico e umano per il possibile spreco ipotizzato.

Vuol dire che se da una parte si risparmia in acqua per la pulizia delle tazzine in ceramica, quanta in realtà se ne utilizza per la produzione della cialda? Per non parlare dello zucchero sulle pareti interne della stessa, che per di più è raffinato, il che richiede ancor più dispendio energetico.

Tra l’altro quante persone consumeranno la tazzina biscottata dopo aver bevuto il loro caffè? Chi non lo farà contribuirà a gettare del cibo, perché di questo si tratta, rendendo inutili i suddetti sforzi, oltre a commettere un crimine contro l’umanità. Infine ci sarà da considerare che ognuna di queste tazzine, anche se unite in più pezzi, necessiteranno di un loro packaging anch’esso protagonista dell’inquinamento.

Una bellissima e gustosissima idea come si vede ha tanti rovesci della medaglia: lavoro del designer è considerare tutti i pro e i contro, e se crede abbastanza nei pro risolverà i contro, ma se questi saranno insormontabili o troppi non ci sarà innovazione che terrà di fronte a consumatori responsabili, specie se designer accorti. Sarà per questo che la Lavazza tarda così tanto il lancio sul mercato?

Foto via | Ideafood

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ultimo aggiornamento: 24-01-2013