Con tanto di spot “Change is in the Air”, è ormai di dominio pubblico il rebrand inizato con il nuovo logo delle American Airlines, la celebre compagnia aerea USA. La nuova brand identity, va detto, non era sicuramente un obiettivo facile: il logo precedente infatti era stato disegnato nell’ormai lontano 1967 dal nostro Massimo Vignelli, che aveva affermato ulteriormente lo spirito tutto statunitense dell’azienda (due lettere ‘A’ e un’aquila al centro con le ali parallele alle vocali).

Il nostro nuovo logo e l’uniforme sono stati progettati per riflettere la passione per il progresso e lo spirito che viaggia ad ‘alta quota’, inconfondibilmente americano. I nostri colori caratteristici – rosso, bianco e blu – sono stati aggiornati per riflettere uno spirito più vivace e accogliente. La nuova coda, con le strisce che volano orgogliosamente, è una riflessione audace sull’origine e sul nome ‘American’. E il nostro nuovo simbolo del volo, l’aquila aggiornata, integra le molte icone che la gente ha imparato ad associare con American, tra cui la lettera ‘A’ e la stella.

Così Virasb Vahidi, Chief Commercial Officer di American ha spiegato la nuova identity, che però convince poco proprio l’autore di quella precedente, Massimo Vignelli.

Il rebranding di American Airlines e il parere di Massimo Vignelli

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In un’intervista rilasciata a Business Week, il grande designer ha criticato innanzi tutto la bandiera sulla coda dell’aereo che riporta 11 strisce e non 13 (il numero esatto). Poi racconta un episodio accaduto proprio quando venne contattato per il lavoro, ricordando che fu proprio l’azienda a chiedere l’aquila al centro delle due ‘A’ in Helvetica perché i piloti minacciavano lo sciopero se l’avessero tolta dall’uniforme. Lui la rese più ‘iconica’ ma facile da distinguere, mentre ora il logo rimanda a quell’immagine solo vagamente.

Infine, scommettendo sul fatto che il nuovo logo non resisterà per altri 25 anni, svela come la scelta di non includere elementi da dipingere (adesso necessari) fu proprio dovuta al bisogno di non appesantire l’aereo con della vernice. E – sulle polemiche che riguardano questioni economiche – insiste: “Questo è il tipico errore che commettono i presidenti delle aziende: ‘Cambierò il logo e l’azienda sembrerà nuova’. Quello di cui c’è bisogno è un presidente che sappia come mandare avanti la sua società e, nell’ambito di quel processo, sappia valutare la brand identity”.

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ultimo aggiornamento: 22-01-2013