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Per la terza volta Dornbracht promuove il Padiglione tedesco in occasione della Biennale d’Arte di Venezia 2017 con un contributo realizzato quest’anno da Anne Imhof. Imhof ha realizzato una creazione che si svilluppa nello spazio e nel tempo, concepita appositamente per la Biennale ai confini tra pittura, scultura, installazione e performance. Nei suoi scenari raffigura il corpo umano tra realtà e tecnologia, esaminandolo nei suoi limiti e nelle sue componenti sociali ed economiche.

La corporeità – nella sua dimensione personale e sociale – è un tema complesso, che Dornbracht ha trattato nel corso degli anni con progetti culturali sempre nuovi, oltre che in occasione di incontri e dibattiti. Fin dal 1999 l’azienda ha sponsorizzato il video e le installazioni di Rosemarie Trockel, presentati nel Padiglione tedesco per la 48. Biennale d’arte, e la mostra personale di Gregor Schneider “Totes Haus u r”, premiata nel 2001, con il Leone d’oro, alla 49° Biennale di Venezia.

Da allora i Dornbracht Culture Projects sono stati spesso incentrati su corporeità, privacy e dimensione pubblica nei loro aspetti contrapposti: ad esempio con la performance di danza “Dendron” di Mark Jarecke, della durata di un’ora, presentata nel 2005 alla prima edizione della serie “Dornbracht Performances”, in occasione del Salone del Mobile di Milano, o la mostra “Into Me/Out of me” promossa nel 2006. Recentemente il collettivo di artisti DIS, con sede a New York, ha ripreso il tema con l’installazione The Island (KEN), realizzata in collaborazione con Dornbracht e la direzione creativa di Mike Meiré: un prodotto ibrido, che coniuga gli spazi della cucina (sfera sociale) e del bagno (sfera privata), solitamente vissuti separati. Nell’ambito della terza Triennale del New Museum (“Surround Audience“, nella primavera del 2015) The Island (KEN) è diventato lo scenario di una performance organizzata dal DIS e realizzata con attori che si alternavano.

Dornbracht aveva già collaborato più volte anche con Susanne Pfeffer, curatrice quest’anno del Padiglione tedesco e del contributo di Anne Imhof. Nel 2012, con la mostra “One on One” curata da Pfeffer e promossa alla Kunst-Werke, l’azienda si era già confrontata con il tema privacy/pubblico. L’idea di fondo dell’esposizione era quella di consentire al visitatore di confrontarsi, senza filtri, con l’arte, di poter contemplare l’opera da solo, senza osservatori ed ingerenze. Come evento collaterale la mostra era accompagnata dalla serie di incontri Dornbracht Conversations 4, intitolata “Public Intimacy”. Al dibattito con Charlotte Klonk sulla perdita e il riposizionamento della dimensione della privacy hanno partecipato Susanne Pfeffer, Carolin Christov-Bakargiev e Jeremy Shaw.

credit image by Press Office – photo by Andrea Aschedamini for Dornbracht and ©Photography Nadine Fraczkowski

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ultimo aggiornamento: 15-05-2017