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Rifondare la teoria della progettazione del prodotto ufficio e degli ambienti di lavoro ponendo al centro l’uomo, i suoi bisogni reali, le sue emozioni, le sue esperienze. Questo il fine ultimo della straordinaria installazione A Joyful Sense at Work, ideata e progettata in occasione della biennale Workplace3.0 del Salone del Mobile 2017 e curata dall’architetto Cristiana Cutrona.

A Joyful Sense at Work perché l’attività lavorativa e professionale del futuro deve “dare senso” a cose e relazioni, generare una nuova qualità di vita, produrre emozioni e felicità. Applicare questo approccio umanistico e antropologico al progetto ufficio significa rispondere ai bisogni reali dell’uomo di oggi. Il nuovo workplace sarà un organismo adattivo, non finito, vibrante, evolutivo, capace di confrontarsi con la realtà e di adattarsi al passaggio, alle necessità e all’uso che ne vorrà fare il singolo individuo. Sarà intelligente, rapido, flessibile, evolutivo, contemporaneo: un ambiente in cui l’uomo sarà protagonista attivo di un contesto in continuo movimento.

Al centro ci sarà l’uomo. Tecnologia ed elementi d’arredo si muoveranno con e intorno a lui per soddisfare i suoi bisogni all’istante. La tecnologia diventa cloud, mobile, lo spazio si fa liquido e acquisisce capacità di riprogettarsi, di evolversi e devolversi: non più elementi fissi (arredi, partizioni, controsoffitti, pavimenti) né divisioni funzionali delle aree (area meeting, area operativa, uffici privati). L’obiettivo è riportarlo a essere luogo di aggregazione di visioni e di persone fisiche, in costante mutazione a seconda dell’interazione tra ambiente e utenti.

In un’area di circa 1.600 mq, A Joyful Sense at Work metterà in scena questa nuova concezione dell’ambiente ufficio creando una piazza virtualmente divisa in quattro aree: l’area della Concentrazione, regione chiusa, spazio privato destinato al lavoro individuale; l’area della Condivisione, regione di sosta transitoria, spazio pubblico per la collaborazione, la socializzazione e la condivisione; l’area della Creatività, spazio dell’innovazione, dell’invenzione e dell’immaginazione; e un Tessuto Poroso, spazio filtro, area intermedia tra pubblico e privato, luogo di opportunità e scambio.

In questo contesto, 4 studi di architettura di fama e portata internazionale, selezionati in base all’area geografica di provenienza, sono stati chiamati a progettare “un’installazione nell’installazione” che dia forma non solo alla propria visione dell’ufficio del futuro, ma anche alle peculiarità culturali dell’area di provenienza: i progetti dello Studio O+A di Primo Orpilla e Verda Alexander (Stati Uniti), Ahmadi Studio di Arash Ahmadi (Iran), dell’UNStudio di Ben van Berkel e di SCAPE di Jeff Povlo (Olanda) e dello Studio 5+1AA di Alfonso Femia e Gianluca Peluffo (Italia) che indagheranno sul rapporto tra identità culturali e globalizzazione in relazione a felicità e qualità della vita nell’ambito del design dell’ambiente ufficio.

The Water Cooler ben sintetizza il concept immaginato da Primo Orpilla e Verda Alexander dello Studio O+A Studio: l’acqua come perfetta metafora dell’ambiente-lavoro del futuro. Tale spazio concorrerà a nutrire l’immaginazione, rinnovare le motivazioni e rigenerare le persone che vi lavorano perché adattabile alle loro necessità fisiche ed emozionali, la cui soddisfazione è alla base di performance ottimali. Lo spazio sarà definito in aree differenti a seconda delle esigenze e delle azioni delle persone.

L’Ahmadi Studio immagina un ambiente lavorativo adattivo, in continua evoluzione, capace di unire la sfera personale e quella sociale per rispondere alle contrapposte esigenze dell’uomo. Arash Ahmadi si ispira a due spazi-icona della cultura iraniana: il giardino persiano, luogo intimo e privato, e il bazar, luogo di scambio e confronto, che rispecchia la dinamicità e varietà del lavoro e della società contemporanea. Questi due spazi si integrano attraverso regole e schemi unici. L’allestimento avrà il suo fulcro in un elemento fisso rappresentante la natura all’interno di un vortice che si espande in altezza e si estende in tutti gli ambienti, generando un senso di sicurezza e appartenenza, di dinamicità e intima felicità.

Ben van Berkel di UNStudio e Jeff Povlo dello studio SCAPE riflettono sulla condizione di stress lavorativo a cui è sottoposto l’uomo contemporaneo. RESET – Responsive Emotional Transformation – sarà uno spazio completamente immersivo e modulare che metterà in scena, in modo giocoso e interattivo, modalità di riduzione dello stress scientificamente provate. Questo concept si basa sull’uso della tecnologia applicata all’uomo ma percepita dall’ambiente che permetterà alle persone di gestire al meglio situazioni emotive difficili e allo spazio di mutare a seconda del livello di stress di chi vi lavora.

Chronotopic System è lo spazio proposto dallo Studio 5+1AA di Alfonso Femia e Gianluca Peluffo, un ambiente che si modifica in relazione allo spazio e al tempo e in funzione dell’uso, delle esigenze e dei desideri di chi vi “abita”. Sconfinamento, contaminazione, integrazione, appartenenza sono i concetti chiave di questo nuovo spazio lavorativo sempre più evoluto nella capacità di generare relazioni.

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ultimo aggiornamento: 08-02-2017