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Novamobili al Salone del Mobile 2016 si presenta con il progetto INSPIRATIONALS+ABOUT2016 che si propone di ispirare concetti personali di vita domestica progettando arredi e sistemi che definiscono nuove regole, per costruire spazi attorno agli oggetti che si desidera avere vicino a sé. Per intraprendere questo percorso l’azienda ha voluto al suo fianco un gruppo di designers – Philippe Nigro, Zanellato/Bortotto e Zaven – chiamati a interpretare il concetto di wall system, capace di plasmarsi sulle diverse attitudini progettuali, mantenendo inalterati i valori di modularità, flessibilità, trasversalità nelle funzioni e negli ambienti di applicazione.

Designerblog ha incontrato e intervistato i designer Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto dell’omonimo studio Zanellato/Bortotto che per INSPIRATIONALS+ABOUT2016 di Novamobili hanno realizzato l’installazione Exquisite Jungle, è questo il nome del progetto del giovane studio veneto che è una reinterpretazione inedita del classico concetto di living: un vero e proprio mondo immaginato all’interno delle mura domestiche. Un’apertura verso l’esterno, enfatizzata dalla presenza scenografica di piante che inondano di verde lo spazio.

Un living dedicato alle proprie passioni: per ogni esigenza – che sia essa lettura, relax o condivisione di spazi – viene pensata una soluzione disegnata su misura. Il classico sistema contenitivo diventa importante grazie all’uso
di materiali differenti e ricercati, come il rame e il vetro, trasformandosi in un prezioso scrigno.

Il primo oggetto di design che avete comprato?

“Il primo oggetto di design ad entrare nel nostro studio, Formosa, il calendario perpetuo disegnato da Enzo Mari per Danese.”

Come si sposano oggi a vostro avviso creatività e commercio?

“Il panorama creativo è oggi variegato e offre possibilità diverse ai progettisti. Il designer di oggi non si misura più solo ed esclusivamente con la realtà dell’azienda e con le sue esigenze commerciali, perché si sono aperte nuove frontiere per la progettazione. Basti pensare all’autoproduzione, alle limited edition, alle gallerie di design. Ci sono diverse possibilità, e occorre trovare il giusto equilibrio tra la propria creatività e il bacino commerciale al quale si rivolge.”

(provocazione): Il design potrebbe diventare mai un fenomeno globale come la moda (o lo è già)?

“Lo è già, spesso, e non sempre in maniera negativa. Possiamo imparare molto dal mondo della moda, in particolare da quella parte di esso che si misura costantemente con la ricerca, la sperimentazione, il rischio, ma che riesce a dare forma a modelli e icone intramontabili. Bisognerebbe osare di più anche nel nostro mondo.”

A quali nuovi bisogni cerca di rispondere oggi il design?

“Il design oggi risponde ai bisogni più differenti. Il panorama di creativi è vastissimo ed ognuno di loro cerca di rispondere alle esigenze e ai bisogni che sente più urgenti. La progettazione può essere uno strumento importantissimo, anche in contesti delicati e complessi. Un esempio degno di nota è il Refugee Shelter prodotto da Ikea per UNCHR, che cerca di dare una risposta efficace al problema dell’accoglienza dei rifugiati in un contesto politico così difficile.”

Una delle sfide di maggiore attualità per un progettista é quella della compatibilità ecologica. Ritenete che sia un elemento tenuto in sufficiente considerazione?

“Nel nostro piccolo vediamo che la sensibilità per questi temi sta crescendo. Confrontandoci anche con nuovi fornitori abbiamo riscontrato come sia diventato essenziale per loro proporre materiali e metodi produttivi sostenibili ed ecologici. Questo aprirà certamente strade nuove ed interessanti alla progettazione.”

Qualità è sinonimo di longevità?

“Certamente si, abbiamo avuto la fortuna di lavorare sin da subito con aziende e artigiani particolarmente dediti alla ricerca della qualità. Tutto ciò richiede maggior impegno, investimento, dedizione, ma il risultato è sempre sorprendente.”

Cosa significa per voi design?

“Design è una sfida, quella di poter cambiare o migliorare il nostro modo di pensare, vedere le cose, vivere le nostre piccole realtà. Progettare cose belle, sostenibili, oneste, migliora anche il nostro modo di vivere.”

Ci segnalate un giovane designer da tenere d’occhio?

“Daniel Rous, giovane designer inglese.”

E un maestro da non scordare?

“Giò Ponti, un maestro multidisciplinare.”

In che modo i social network e i blog stanno cambiando il design?

“Dando forse più possibilità ai designer, specialmente quelli in erba, di emergere con i loro progetti e le loro idee.”

Come vedete il futuro del design?

“Roseo! Negli anni della crisi il sistema è stato messo alla prova, ne sono nate possibilità nuove, ed ora il mondo del design è più interessante e in fermento che mai.”

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ultimo aggiornamento: 13-04-2016