Designerblog ha incontrato e intervistato Marco Piva che in occasione della Milano Design Week 2016 ha presentato la nuova collezione di tappeti “Minds and Souls” di per JAB Anstoetz.

Ci racconta le caratteristiche della nuova collezione di tappeti “Souls and Minds” per Jab Anstoetz presentata al Salone del Mobile 2016? 

“La nuova collezione “Souls & Minds” disegnata per Jab Anstoetz si inserisce nell’ampio filone di sperimentazione del mio lavoro dedicato a coniugare il mondo dell’Arte con quello del design. I nuovi tappeti della collezione “Souls & Minds” non sono solo “oggetti”, ma rappresentano un universo sinestetico di emozioni, sensazioni tattili e percezioni visive che nascono dalla volontà di rappresentare i mondi inconsci della mente e dell’animo umani, le loro sfumature e contrasti, il fascino della soggettività. La caratteristica principale risiede nella traduzione su tessuto di una profonda ricerca effettuata su forme e colori, finalizzata a rappresentare  “ visivamente “ le azioni della mente, l’intensità del nascere di un’idea o di un pensiero. Attraverso la configurazione di forme geometriche e la razionale costruzione di una texture, “Souls & Minds” indaga il momento del “ concepire mentale “ che grazie alla fedele ricostruzione estetica operata dalla manifattura artigianale e dall’utilizzo del tessuto morbido e raffinato della produzione Jab Anstoetz, si traduce in un prodotto di design coinvolgente ed emozionale, aperto a diverse interpretazioni.”

Il primo oggetto di design che ha comprato?

“La lampada Eclissi, disegnata da Vico Magistretti per Artemide. Eclissi, nella sua sintesi di funzione ed estetica, che mi era apparsa come assolutamente innovativa, è diventata un caposaldo del design italiano.”

Come si sposano oggi a suo avviso creatività e commercio?

“Il design si genera dalla positiva interazione tra un creativo (il designer) e l’impresa che può e vuole tradurne in prodotti reali le idee e le visioni. L’intenso lavoro di scambio e di indagine in merito ai materiali, alle forme ed alle funzioni sfocia in soluzioni destinate a configurare i prodotti  da proporre al vastissimo “mercato” dei consumatori. Quindi, indipendentemente dal settore al quale ci si rivolge, di nicchia o generale, gli aspetti produttivi, economici ed infine commerciali sono fondamentali per il successo di ogni nuova proposta.”

Il design potrebbe diventare mai un fenomeno globale come la moda (o lo è già)? 

“Lo è già. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una commistione di generi per cui moda e design si fondono, nutrendosi l’uno dell’altro, nell’ottica di una sempre maggior valorizzazione dei prodotti del nostro vivere quotidiano, arredi o abiti. Basti vedere, ad esempio, le più grandi griffe della moda, che hanno creato una divisione “casa”, e le innumerevoli collaborazioni tra aziende del design e quella della moda. Sempre più spesso, nei miei progetti, il fashion design è presente, come nella promenade progettata all’interno dell’Excelsior Hotel Gallia di Milano o nell’esecuzione delle vetrine disegnate per Bulgari in tutto il mondo.  Ma anche il design in generale e’ da tempo un fenomeno globale. Nuove visioni e proposte di ambienti e di oggetti destinati a caratterizzare il nostro mondo abitativo costituiscono elemento di ricerca e di attenzione da parte di un vastissimo pubblico a livello mondiale. In questo senso, sia pure con caratteristiche diverse, il design tedesco ed il design italiano hanno dato e tuttora danno contributi insostituibili in termini di innovazione e qualità.”

A quali nuovi bisogni cerca di rispondere oggi il design? 

“Il mondo attraversa tuttora situazioni opposte ed estreme. Da una parte c’è la realtà di territori che necessitano di tutto, a partire dagli oggetti d’uso piu semplici ( il classico secchio di plastica per il trasporto dell’acqua ) e dall’altra c’è il mondo di chi ha già tutto e cerca solo prodotti ed oggetti esclusivi, forse inutili, lussuosi nella loro matericità ed estetica, autoreferenziali. Nel mezzo esiste però anche la più vasta realtà di un mondo in trasformazione dove un pubblico di consumatori sempre più attento cerca prodotti “sostenibili” per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse materiche e dell’energia necessaria a produrli, e dal limitato impatto ambientale.”

Una delle sfide di maggiore attualità per un progettista é quella della compatibilità ecologica. Ritiene che sia un elemento tenuto in sufficiente considerazione? 

“Per quanto riguarda le attività progettuali del mio Studio, questo è un aspetto fondamentale. Con l’evoluzione della società, è indispensabile avere il minor  impatto possibile sul territorio  e sulle  risorse disponibili.  Nei miei progetti, ad esempio, ho sempre privilegiato l’aspetto della ricerca, sui materiali e sulle nuove tecnologie, legato al  concetto di sostenibilità e di efficienza energetica. Il mio obbiettivo è quello di poter costruire edifici di certificazione garantita per quanto riguarda l’architettura, e oggetti “intelligenti” per quanto riguarda il design di prodotto, per minimizzare sprechi di materiale in fase di produzione e garantirne la riciclabilità a fine vita. Vedo, anche da parte delle aziende, un sempre crescente interessamento in merito a questo tema.”

Qualità è sinonimo di longevità? 

“Così dovrebbe essere!”

Cosa significa per lei design? 

“Ritengo che non abbia più senso, oggi, parlare di un “design” fine a se stesso.  Per me il design è “incontro”, l’incontro tra il processo di ricerca e sperimentazione del designer, le capacità industriali, artigianali e tecnologiche dell’azienda e gli aspetti legati ai bisogni dell’uomo. Una forma, per quanto bella, non è niente senza la funzione, bisogna creare oggetti belli che siano ovviamente funzionali e soprattutto in grado  di interpretare i panorami dei bisogni futuri. Solo così si può davvero fare design.”

 
Ci segnala un giovane designer da tenere d’occhio?

“Marco Piva :)”

E un maestro da non scordare?  

“Potrei citarne molti, andando anche molto indietro nella storia a partire da Leonardo da Vinci, ma mi soffermerò su due grandi maestri, un italiano e un tedesco. Gio ponti, che ho avuto l’onore di conoscere quando ero bambino, e al quale ho voluto dedicare una delle cinque design suites nel mio ultimo progetto, l’Excelsior Hotel Gallia di Milano, e  Mies Van Der Rohe, che con la sua filosofia del “less is more” ha anticipato il concetto contemporaneo di essenzialità, eleganza, bellezza e sostenibilità.”

In che modo i social network e i blog stanno cambiando il design?

“Stanno contribuendo alla creazione della più capillare ed intensa diffusione del “fenomeno design”, accorciando le distanze fisiche tra chi realizza e chi consuma ed accorciando i tempi di conoscenza del fenomeno nella sua globalità.”

 
Come vede il futuro del design?

“Come anticipato prima, parlando della compatibilità ecologica, ci sono una serie di temi che stanno assumendo sempre maggior rilevanza nella realizzazione di un prodotto di design. Oggi, e in futuro, il design dovrà essere in grado di fornire un effettivo valore aggiunto: etica della progettazione, funzionalità, estetica, qualità, ma anche capacità del prodotto di “ sposarsi” con lo spirito dei tempi e di instaurare con l’utilizzatore una serie di relazioni che siano, oltre che di carattere funzionale, anche formale ed emozionale, percettivo e sinestetico. Il futuro del design sarà caratterizzato da un’ intensa e vasta azione tesa a configurare un panorama di oggetti e di prodotti indispensabili alla costruzione di un mondo migliore, più equilibrato, più bello e, quindi, più felice.”

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ultimo aggiornamento: 12-04-2016