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In occasione dell’assegnazione da parte dell’Unesco a Torino di City of Design 2015, il nostro tour per la bella e signorile città piemontese prosegue con una visita speciale alla mostra Il Mercante di Nuvole. Studio 65: cinquant’anni di futuro, a cura di Maria Cristina Didero. A condurci in questo viaggio “tra le nuove” Franco Audrito, che fonda nel 1965 a Torino lo Studio65, gruppo di sperimentazione e avanguardia che raccoglie intorno a sè un collettivo di futuri architetti, che intendevano combattere proprio in quegli anni di rivoluzione, il conformismo imperante dello stile moderno con nuove idee creative e un design “radicale”.

Per celebrare il contributo innovativo di Studio65 e i primi 50 anni di attività dell’azienda, Gufram presenta in anteprima, in occasione della mostra, una speciale serie limitata di soli cinquanta esemplari del divano Bocca, progetto emblematico della collaborazione tra lo studio e il brand. Mantenendo la sua forma iconica, ispirata alle labbra rosso fuoco delle dive hollywoodiane, questa nuova edizione ORO sottolinea l’importante traguardo del marchio e impreziosisce ancora di più un oggetto entrato nelle case più belle e nei musei più importanti del mondo.

In mostra sono esposti anche la prima edizione di Bocca, del 1970, insieme alla seduta Capitello, alla poltroncina Attica e al tavolino Attica TL, progettati nel 1972, frutto della sperimentazione che ha contraddistinto Gufram e Studio65. Accanto a questi oggetti sono presentati altri pezzi meno noti al grande pubblico ma dal profondo significato concettuale, come il divano Leonardo, il mobile-contenitore Colonna Sonora, la seduta Mela del Peccato. Oggetti che parlano della storia di una generazione, che ha conosciuto la trasformazione del mondo da industriale a post-industriale, per continuare a vivere come simboli contemporanei.

L’intento è stato quello di raccogliere il vasto repertorio progettuale di Studio65 e riorganizzarlo in modo da narrare non solo il percorso del gruppo di artisti e architetti che vi hanno fatto parte, ma le vicende di una generazione, caratterizzata dalla forte valenza dell’esperienza collettiva, in grado di incidere sui mutamenti storici.

Anche l’allestimento, concepito come un vero e proprio progetto urbano virtuale con strade e piazze che si alternano lungo il percorso espositivo, diventa un’esperienza collettiva e coinvolgente per il pubblico. Il visitatore è coinvolto in un percorso interattivo e addirittura ludico, per rivivere l’esperienza della progettazione intesa da Studio65 come gioiosa proiezione di un mondo immaginario – fatto di arredi che diventano personaggi con un nome e una faccia – nato dalla trasposizione di valori immutabili.

Gli oggetti posizionati a terra all’interno del percorso espositivo, potranno essere fruiti direttamente quale invito al visitatore ad entrare e liberare la propria fantasia. Si potrà vivere ad esempio un attimo di celebrità da star hollywoodiana facendosi fotografare sul divano Bocca. O ancora costruire composizioni fantasiose con i pezzi del gioco Baby-lonia (1972), pensato sia per bambini che per adulti e ispirato alle scatole delle costruzioni, e creare degli spazi di svago personale. Ci si può addirittura far fotografare sulla maxi poltrona Mickey (1972), che rivestita con un tessuto a pois giganti si trasforma nella poltrona di Topolino, in fumetto calato nella quotidianità domestica. O ancora sdraiarsi e sedersi sul lungo divano a forma di Bruco (1970), su Chiocciola (1970) divano dalla forma a foglia d’acanto arrotolata su se stessa, o sulla poltrona Money Money (2013) simbolo dello smisurato potere finanziario degli ultimi anni. Per terminare il percorso nella stanza del Mercante di nuvole, sdraiandosi sul Tappeto di nuvole (2015) a faccia in su e riscoprire, grazie a questo viaggio fantastico, la capacità di sognare e meravigliarsi ancora.

Dopo la tappa torinese (la mostra è visibile fino al 28 febbraio 2016), “Il Mercante di Nuvole. Studio65: cinquant’anni di futuro” sarà presentata in altre istituzioni internazionali iniziando dal Medio Oriente (Ryad, ottobre 2016 e Jeddah, febbraio 2017), per sottolineare un segno che va ben oltre i confini nazionali, continuando a far parte di una memoria condivisa.

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ultimo aggiornamento: 11-12-2015