[blogo-gallery id=”168483″ layout=”photostory” title=”Restyling dopolavoro ferroviario, locale di design” slug=”restyling-dopolavoro-ferroviario-locale-di-design” id=”168483″ total_images=”9″ photo=”0,1,2,3,4,5,6,7,8″]

Si chiama PCube ed è un nuovo ristorante, brasserie e cocktail bar sorto fra Milano e Bergamo (precisamente a Trezzo d’Adda), che già sta facendo parlare di se. Il progetto è infatti molto interessante, in quanto ha riguardato il restyling di un dopolavoro ferroviario del 1800.

A seguirlo ci ha pensato il team di designer di iarchitects, che ha voluto valorizzare le origini industriali della location, rendendo moderno e accogliente il posto, pur mantenendo quello stesso stile un po’ rustico, fatto di soffitti in legno e lampade in metallo rivettate.

La ex foresteria si è così trasformata e aggiornata ma senza perdere il suo legame con la storia, mantenendo intatto il fascino del suo passato. Il progetto è infatti partito con una prima corposa fase di restauro che ha ampliato gli spazi e ha ridato nuovo lustro al soffitto originario con travi a vista.

Importante è stato anche il recupero di alcuni elementi dell’edificio preesistente, come le assi di legno, rimesse a nuovo dagli attuali proprietari del locale per i tavoli del ristorante.

A caratterizzare la parte retrò dell’area salottini ci hanno pensato invece le pareti rivestite di cementine colorate, che rimandano ai tempi in cui ancora non era uso comune utilizzare le piastrelle vere e proprie all’interno delle case.

La pavimentazione poi, così come anche il piano del bancone, ricordano e omaggiano invece la breccia tipica dei palazzi lombardi. Mentre per quanto riguarda gli arredi, oltre ai tavoli “amarcord” su citati, PCube non poteva non ammiccare ancora una volta all’industrial style, con lampade a sospensione e sgabelli in ferro.

Davide Cumini, partner di iarchitects, spiega il lavoro che è stato fatto:

[quote layout=”big” cite=”Davide Cumini]L’idea era quella di restituire lo spirito del luogo, lavorando su alcuni caratteri importanti che ne raccontano l’identità. Per esempio, abbiamo eliminato i controsoffitti in gesso, che coprivano l’orditura in legno originale, per ritrovare l’antica bellezza: ora si susseguono tre spazi scanditi dalla storia dei soffitti, che creano un percorso da fare con il naso all’insù […] L’intero locale è stato trasformato seguendo un’interpretazione quasi melanconica dei vecchi ritrovi del dopolavoro[/quote]

Il risultato, visibile in gallery, dà ragione a questa visione delle cose.

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ultimo aggiornamento: 06-07-2015