Il Marmo Margraf si trova nei giardini dell’Università Statale di Milano, fino al 24 maggio, durante la settimana del design e ora dell’Expo 2015, con un’installazione che ha realizzato in partnership con il famoso architetto Bernard Khoury e che prende il nome di “Vitruvius in Quarantine”.

L’opera, ideata dall’architetto libanese e realizzata dal team di tecnici ed ingegneri Margraf, è costituita da una successione di anelli circolari in marmo che plasmano un lungo tunnel di dieci metri. Ad una estremità si colloca la statua di un uomo comune, riproduzione reinterpretata dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, come si deduce dal nome. Cercando disperatamente di adattarsi alle proporzioni ideali del corpo umano, diventa un simbolismo idiomatico dell’uso della pietra naturale nell’arte.

Sull’altro lato del tunnel, invece, si trova una video performance dello stesso uomo, colto su un letto, in uno studio a Karantina, un quartiere di Beirut, mentre cerca di rispecchiarsi nell’Uomo Vitruviano. Dorme, si muove, riposa, appare e scompare dalla scena, vive la sua semplice routine quotidiana, che viene monitorata in tempo reale e in scala reale per tutta la durata della mostra.

La circonferenza del tunnel confina l’Uomo Vitruviano, all’interno ed entrando nel tunnel di marmo, il visitatore deve cercare un proprio equilibrio e stabilità nello spazio; spontaneamente e goffamente, imitando la posizione dell’Uomo Vitruviano. Insomma è una vera e propria fase di transizione tra la solidità e perfezione morfologica della figura classica, scolpita nella pietra e la natura volatile dell’immagine digitale moderna, che celebra lo spettacolo del banale.

L’opera, molto complessa nella sua realizzazione, ha richiesto l’intervento, oltre ai progettisti e ingegneri specializzati Margraf di alcuni partner tecnici come Flow, azienda leader mondiale nello sviluppo e produzione di sistemi di taglio con getto d’acqua ad ultra-alta pressione e Linea Light, per la parte di illuminotecnica.

Entrando più nel dettaglio scopriamo infatti che l’opera lunga 9,90m e dal diametro di 2,30, è realizzata in marmo alleggerito. Per la realizzazione di ogni singolo cerchio sono state adottate delle tecniche di assemblaggio che utilizzano il nido d’ape con pelli esterne in alluminio. Si tratta di una vera e propria sperimentazione esclusiva Margraf per arrivare ad utilizzare, con lo stesso tipo di assemblaggio, un marmo di spessore 5 mm, incollato a un supporto in nido d’ape che scenderà sul range dei 10 mm. Margraf sta, inoltre, portando avanti con FLOW un sistema di ottimizzazione del taglio laser su nido d’ape, per aver maggior resa con il minimo consumo.

Per quanto riguarda l’illuminazione, il bello di questa istallazione è che ogni singolo cerchio può diventare un corpo illuminane a sé stante. E’ infatti dotato internamente di un canale a scomparsa, schermato con un piccolo film trasparente, in cui è inserito un innovativo sistema led dimmerabile (possibilità di gestire l’intensità della luce). Si crea così un effetto di grande impatto scenico di luce continua all’interno del cerchio in marmo.

Inoltre è stata utilizzata una piattaforma con tecnologia aerospaziale autolivellante su cui poggia il tunnel, e che permette di montare questa struttura su qualsiasi terreno e dislivello.

Facilità di montaggio: L’alta ingegneria, infine, ha facilitato il montaggio riducendo al minimo i pesi di ogni singolo modulo. Infatti, il particolare design del sistema di ancoraggio dei singoli moduli permette di poter montare tutta l’installazione in sole poche ore. Inoltre gli anelli sono in parte assemblati con un innovativo sistema di fissaggio “a bottone” (utilizzato nel settore nautico), che facilita notevolmente la sostituzione degli elementi in marmo, mantenendo intatta la struttura di base.

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L’istallazione di Bernard Khoury

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ultimo aggiornamento: 02-05-2015